domenica 29 gennaio 2012

Quando la propaganda si maschera da notizia

Ennesimo attacco un pò maldestro alla multinazionale americana...

Il titolo è fuorviante: che colpa ha McDonalds se questa ragazza ha un problema mentale ed ha una dieta con un solo alimento, senza frutta e verdura?

Visto che ama i gadgets di McDonalds e questi vengono nell'happy meal, è una sua scelta prendere le patatine e non lo yogurth o la macedonia...

E poi dice che compra i nuggets di pollo al supermercato: che esistono supermercati che vendono solo nuggets?

Direi che siamo difronte ad un disturbo ossessivo compulsivo con un disturbo alimentare, e forse i medici farebbero bene, una volta stabilizzata fisicamente a proporle anche una terapia mentale.

Per quanto riguarda l'articolo, la domanda di fondo è: cosa c'entra McDonalds in tutto ciò? Cos'è, responsabile della dieta della 17enne?
E come mai l'articolo fa il nome della multinazionale e non anche quello del supermercato dove anche acquista i bocconcini di pollo panati?

Questo articolo, se così possiamo chiamarlo, è un esempio di come si cerchi di manipolare l'informazione e di screditare un marchio, attribuendogli una responsabilità per un qualcosa che non è sotto il suo controllo. FOsse McDonalds il tutore della ragazza, allora avrebbe un senso.

Ma qui c'è anche da chiedersi dove sono gli altri che dovrebbero stare vicino alla ragazza: cosa fa la famiglia mentre la diciasettenne colleziona tonnellate di gadget di McDonalds? Non si è accorto nessuno di niente?
Possibile che questa ragazza abbia solo McDonalds dove nutrirsi e trovare piccole soddisfazioni ludiche?
nocensura.com: 17enne mangia solo pollo del McDonald ora rischia ...: I medici dell'ospedale di Birmingham sono letteralmente inorriditi quando hanno appreso della dipendenza cronica della 17enne Stacey Irvine,...

mercoledì 18 gennaio 2012

Convegno - CHIUDERE GLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI

Mi è arrivata notizia di questo convegno gratuito ed aperto a tutti.


CHIUDERE GLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI
Problemi. Alternative. Modelli di intervento.
Santa Maria della Pietà. Sala Basaglia
Venerdì 10 Febbraio 2012

9.00 Introduzione
Gianfranco Palma (DSM RM E)
9.30-11.30 Chairman: Alessandro Grispini (DSM RM E)
Stefano Ferracuti (Università di Roma)
Dipartimento di Salute Mentale e superamento della psichiatria penitenziaria: problematiche cliniche e psichiatrico-forensi derivanti dal DPR 1.4.2008.
 
Vincenzo Caretti (Università di Palermo)
La valutazione della psicopatia con la Hare Psychopathy Check List-Revised (PCL-R).
Ignazio Marino (Senato della Repubblica)
Le iniziative della Commissione del Senato in tema di OPG.

Discussione

11.45- 14.00 Chairman: Giuseppe Ducci (DSM RM E)
Presentazione del libro “Matti in libertà” (2011, Editori Riuniti)
  di Maria Antonietta Farina Coscioni 
(Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati)
Intervengono: Pompeo Martelli (Centro Studi e Ricerche ASL RM E), Gianluigi Di Cesare (DSM RM E),Gianfranco Rivellini (OPG Castiglione delle Stiviere)

Discussione e conclusioni

                                     Segreteria Organizzativa
                                                            Giuseppe Ducci
                                                        Alessandro Grispini
                                   Tel. 06.683549009 – Fax 06.68354015

giovedì 5 gennaio 2012

Fenomeni ipnotici: è tutto vero?

Una delle domande più frequenti che le persone si fanno sull'ipnosi è se quello che si vede nei film e nei video in internet sia effettivamente vero.
Ponte catalettico - fenomeni ipnotici

Daltronde uno dei primi contatti che uno può avere con l'ipnosi è attraverso i racconti, le storie, i film ed internet.

Su Youtube poi abbondano filmati di ipnotizzatori che mostrano gli effetti dell'ipnosi e della trance; questi filmati  principalmente sono commerciali, per cui si vendono libri di ipnosi, corsi di ipnosi, trattamenti di ipnositerapia oppure spettacoli con l'ipnosi [questo tipo d'ipnosi viene definita ipnosi da palcoscenico]. Poi ci sono i filmati amatoriali per cui vengono postati gli esperimenti e le prime esperienze dell'ipnosi.

Una prima considerazione da fare è che se voglio evidenziare le potenzialità di una qualche tecnica, pubblicherò i video più eclatanti e con i risultati più spettacolari. Non dimentichiamo che le pubblicità hanno la didascalia "Il prodotto potrebbe differire dalle immagini riportate" proprio per ricordare che è stato scelto il prodotto migliore.


Quindi, quello che si vede nei filmati sono esempi di persone che sapendo di essere filmate sono molto disponibili a rispondere alla lettera alle suggestioni dell'ipnotizzatore ed a mostrare fenomeni eclatanti, dato che otterranno visibilità.

A studio durante una seduta di ipnosi clinica, cosa succede? 
E' vero che alcuni soggetti ipnotizzati sperimentano dei fenomeni molto vistosi che hanno un forte effetto "spettacolare", ma è anche vero che in terapia ipnotica, quei fenomeni vengono provocati solo se sono effettivamente necessari ed hanno una qualche utilità per la persona; il più delle volte la persona durante una seduta di ipnosi sperimenta delle sensazioni diverse dal solito stato mentale ed entra in uno stato di trance, che può essere più o meno profondo. Alla persona basta l'esperienza della trance e di aver provato qualcosa di diverso, dentro, nella propria mente.

La profondità della trance è innanzitutto responsabilità dell'ipnotista che valuterà quanto è necessaria e quanto sia utile per la persona che viene ipnotizzata. Se arriva una persona che ha qualche timore riguardo l'ipnosi, ovviamente il compito dell'ipnotista sarà di familiarizzare la persona con la tecnica e permettergli di provare qualcosa che sia utile, costruttivo, ma soprattutto sicuro.

Gettare nell'acqua una persona che deve imparare a nuotare non è detto sia la miglior tecnica possibile: un contatto graduale ed in sicurezza con l'acqua fornisce molte più garanzie che la persona impari a nuotare.

Lo stesso succede con l'ipnosi e con l'esperienza della trance.

Oncologia e parole



C'è un bel post nel blog di Stan Goldberg che s'intitola - Lei dice "io ho il cancro". Ed ora cosa dici? - ed è la fonte d'inspirazione di questo post.
Chi è Stan Goldberg? Si definisce "[...] un sopravvissuto al cancro, volontari ospizio (Home percorsi assistenziali e di Hospice, marito, padre, professore emerito alla San Francisco State University, edevoto del shakuhachi (flauto di bambù giapponese) e flauto nativo americano.". In qualità di volontario tiene corsi di coaching gratuitamente ed il suo blog riguarda il vivere, il prendersi cura (caregiving), il morire ed il recuperare la gioia.

Oggi è molto probabile incontrare qualcuno che ti dice "ho il cancro" e questa frase, la maggior parte delle volte, mette in difficoltà la persona che riceve la comunicazione e che non sa cosa rispondere o dire.


Questa situazione diventa sempre più frequente, in parte per l'aumento della patologia oncologica, ma anche per il progresso della medicina:  non solo è più frequente una diagnosi precoce, ma è anche migliorata la terapia e quindi si riesce a curare meglio ed a garantire una maggiore probbailità di sopravvivenza. Non sempre è possibile la guarigione, ma con una buona cura è possibile convivere con il cancro ed avere una buona qualità della vita. Quindi, aumentando la probabilità di sopravvivenza e avendo una buona gestione della patologia, diventa molto probabile che qualche persona che conosciamo durante la conversazione ci renda partecipi di questo evento e decida di condividere la propria esperienza con gli altri.

Ma gli altri come reagisco a questa comunicazione ed a questa condivisione della propria esperienza di avere un tumore?

Le reazioni sono svariate e vanno dalla paura, alla compassione, al desiderio di aiutare, di accudire, al senso di colpa, alla rabbia, ma anche il silenzio del non saper cosa dire. Le risposte più frequenti sono d'incoraggiamento "adesso la ricerca è vicina alla cura", di ottimismo "dai, vedrai che andrà tutto bene", oppure di compassione del tipo "mi dispiace tantissimo per quello che stai passando". Alla ricerca di parole giuste, che in realtà non esistono.

Stan Goldberg fa anche una riflessione sulla necessità di voler comunicare e condividere con le persone intorno che ha una malattia che mette a rischio la sua vita. Per lui è' un mix tra la consapevolezza di avere una malattia che mette a rischio la propria vita e che quindi potrebbe lasciare poco tempo per fare delle cose e il bisogno di compassione e di sentire gli altri vicino.

Il più delle volte le persone reagiscono in base alla loro percezione della malattia ed al significato che le attribuiscono, rispondendo più a se stesse che non alla persona che ha condiviso il proprio stato di salute e quello che sta passando in questo momento della sua vita.

Poi ci sono quelli che non sanno cosa rispondere e restano nel silenzio o cambiano argomento, ignorando la comunicazione e al tempo stesso la persona che comunica.

Stan Goldberg suggerisce che il modo per dire qualcosa dopo la frase "ho il cancro" è motrarsi vicino alla persona e chiederle cosa prova e cosa sente, permettendole di parlare della propria malattia e mostrando comprensione.
E Stan Goldberg conclude il post con queste parole

Quindi non preoccuparti per le parole giuste. Quando ti senti dire "Ho il cancro", immagina che sia tua madre a pronunciarle (e parla come se dovessi parlare a lei). E se ancora non riesci a immaginare come sarebbe sentirle, allora basta chiedere a noi. Non avremmo condiviso qualcosa di così personale, se non eravamo preparati a rispondere alla domanda: "Come ti senti a riguardo?"
  • articolo originale in inglese (link)

lunedì 2 gennaio 2012

Film: Hypnosis

Premessa: il post che segue è una riflessione dopo aver visto il film, per cui se non hai visto il film è meglio che vederlo prima, per evitare che ti rovini la sorpresa della trama. Il mio post riguarda l'ipnosi e l'idea d'ipnosi che questo film trasmette. 

Piccola recensione: come film non è un granchè, sia come recitazione che come trama. Per un quarantenne che di film ne ha visti tanti non è difficile cogliere citazioni di altri film ed idee già viste, ma questo, purtroppo, è legato all'età ed alle esperienze precedenti. Però, è anche vero che se non hai visto "the ring", "l'esorcista", "the blair witch project" ed i vari film del filone satanico, allora troverai delle interessanti novità. E scriviamo pure che anche se pieno di spunti da altri film, non è neanche un mix originale ed esaltante.
Hypnosis - il film

L'idea d'ipnosi che viene trasmessaEd ecco il nocciolo importante di questo post. 
Quando una persona chiama un ipnotista clinico, ha nella propria mente un'idea del mondo dell' ipnosi, e quindi delle aspettative. Questa idea determina, nella maggior parte delle persone, il significato che si darà all'esperienza.
L'esperienza che ciascuno di noi vive dipende dall'idea che si è fatto e da quello che si aspetta: più l'aspettativa si discosta dalla "realtà" più è forte la delusione.
Buona parte del lavoro con l'ipnosi, forse la parte fondamentale, è proprio trasmettere un'idea corretta di ciò che avviene durante una seduta di ipnosi e quali aspettative sono utili e quali aspettative vanno ridimensionate e adeguate a ciò che realmente possiamo aspettarci; questo vuol dire togliere le aspettative magiche e dare una spiegazione scientifica dei fenomeni che si manifestano durante l'esperienza della trance. 
Certo, poi ognuno è libero di rimanere con l'idea che vuole e di personalizzare la propria esperienza secondo le proprie esigenze e le proprie necessità. Un pizzico di magia e di stupore devono restare, ma nella misura utile per fare dell'esperienza dell'ipnosi e della trance qualcosa di creativo e di costruttivo per la persona che chiede l'esperienza dell'ipnosi, senza togliere nulla all'efficacia ed alla potenza che ha la tecnica ipnotica e lo stato di trance.
Una buona premessa favorisce una buona esperienza della trance e dell'ipnosi.
Daltronde, il terreno deve essere adeguato al seme che si sta per piantare, e se il terreno non viene preparato per favorire la crescita del seme, difficilmente darà frutti. Lo stesso principio è fondamentale per ottenere dall'ipnosi e dalla trance un'esperienza costruttiva ed utile.


Ora questo film se da una parte presenta abbastanza bene la tecnica ipnotica, dall'altra è necessario distinguere un pò di forzature di trama.



  • non è necessario l'utilizzo di farmaci per produrre la trance, ma è sufficiente la parola.
  • non sempre una trance produce degli effetti così visibili ed eclatanti.
  • non sempre c'è amnesia dell'esperienza in trance, per cui ci si può ricordare ogni dettaglio dell'esperienza vissuta.
  • non sempre gli effetti della trance che si vedono nel film fanno parte del fenomeno della regressione al momento del trauma. Se da una parte possiamo parlare di regressione ad una determinata età quando lui rivive in prima persona gli episodi, quando cambia la voce e parla come la sorella è un fenomeno di rivivificazione (o di ipermnesia), dato che sarebbe un ricordo con molti dettagli, tra cui la voce ed il tono della persona. 


Lontano dal set cinematografico. L'esperienza della trance è molto amplificata in questo film, ed è proporzionata al trauma infantile subito dal protagonista. 
Durante una seduta di ipnosi l'inconscio, pur essendo più facilmente accessibile, continua comunque la sua opera di protezione della persona, facendo emergere i contenuti rimossi nella misura adeguatamente tollerabile dalla persona stessa. E' sempre e comunque l'inconscio a stabilire cosa far emergere e quale informazione rendere disponibile.