martedì 26 giugno 2012

Vuoi provare la droga?

Interessante sito del dipartimento della salute di Oslo sugli effetti della droga.

Il sito è in inglese. In base al tipo di droga che si sta provando si ha una simulazione sullo schermo degli effetti sulla percezione e su come viene alterato il comportamento, attraverso l'alterazione della lettura di un testo e della difficoltà di muovere il mouse come vorremmo!

Bisogna autorizzare il sito ad aprire dei pop-up.

Gli effetti delle droghe simulati sullo schermo sono stati confermati dai tossicodipendenti in cura presso i servizi di Oslo.




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Quando non si esce dalla trance

Da una parte mi piacerebbe pensare a questa storia come ad una originale trovata pubblicitaria di Richard Whitbread, ipnotista canadese e formatore di ipnotizzatori.


Il 20 giugno un suo alunno di nome Maxime Nadeau durante uno spettacolo d'ipnosi in una scuola del Quebec, in Canada, non riesce a svegliare dalla trance le giovani ragazze. Nadau chiama Withbread, e solo l'arrivo del salvifico maestro (?!?) riesce a risolvere la complicata situazione.

Le ragazze non hanno risentito delle 5 ore di trance, e tutto si è risolto bene...

Da un sito inglese si legge che Nadau ha 20 anni, e che quindi sarebbe un ipnotista in formazione, e che sarebbero 5 le ragazze rimaste nella trance profonda, e che queste ragazze erano nel pubblico, e non tra le volontarie che si erano offerte per lo spettacolo.

Mettiamo che sia tutto vero, e che effettivamente i fatti siano effettivamente questi.

  • Non basta un corso per definirsi ipnotisti. In effetti la difficoltà dell'ipnosi non è nel mandare in trance una persona, operazione abbastanza facile, ma cosa fare quando la persona è in trance. Il giovane ipnotista infatti non ha avuto difficoltà a far sperimentare una trance profonda alle giovani studentesse, ma non ha saputo rievocare lo stato di veglia.
  • Dalla trance si può sempre uscire. Non c'è trance tanto profonda che non possa essere interrotta o che non possa terminare. Questo riflette una della paure più frequenti che vengono manifestate dalle persone che sono curiose riguardo l'ipnosi. Molti hanno bisogno di essere rassicurati sulla reversibilità dello stato di trance.
  • Dalla trance si può sempre uscire #2. Un altro simpatico aspetto di questa vicenda è che a far uscire dalla trance, indotta da Nadau, è stato un altro ipnotista, cioè Withbread. Quindi, si deduce che non c'è questo controllo esclusivo della mente da parte dell'ipnotista, dato che un altro ipnotista può cambiare "le suggestioni" impartite da un altro. La mente mantiene comunque un controllo, e tale controllo può andare oltre le aspettative dell'ipnotista. La mente, anche se in stato di trance, è pur sempre in "ascolto".
 Quindi, in sintesi, è importante scegliere bene con chi fare l'esperienza l'ipnotica.


Link a Tgcom24 - Canada, spettacolo di ipnosi fuori controllo Ragazzine restano in trance per quasi 5 ore - Mondo - Tgcom24
Articolo in inglese da I've got the news

domenica 3 giugno 2012

Ipnosi: istruzioni per l'uso

Chi può fare ipnosi? In teoria tutti, essendo l'ipnosi una particolare forma di comunicazione che utilizza principalmente il linguaggio per ottenere l'effetto della trance. Ci sono anche tecniche ipnotiche che non sono linguistiche, ma sono più complesse, e sicuramente il linguaggio rappresenta la più "facile" ed accessibile. Poi, se consideriamo l'autoipnosi, allora il problema non si pone!

Uno dei punti più controversi riguardanti l'ipnosi è se questo sia uno strumento esclusivo degli psicologi e dei medici e se altre professioni o altri esperti possano o meno utilizzare l'ipnosi.

L'ipnosi, in quanto strumento linguistico, è utilizzabile da tante categorie di persone e professionisti, per cui non è l'ipnosi ad essere di esclusiva pertinenza degli psicologi o del personale sanitario, ma è l'uso clinico della stessa ed il fine terapeutico. Niente da obiettare sull'ipnosi da palcoscenico, o sull'uso dell'ipnosi come amplificatore e facilitatore di altre funzioni mentali, quali la motivazione, l'apprendimento e l'addestramento a compiti e situazioni. E non avrebbe senso neanche insegnare l'autoipnosi, se non fosse praticabile da tutti.

L'APA (American Psychological Association) spiega sul proprio sito che l'ipnosi di per sè non è terapeutica e che esiste anche l'ipnosi non clinica, ma l'uso clinico dell'ipnosi deve essere svolto da personale preparato e qualificato.

Il perchè dell'uso clinico riservato a categorie preparate professionalmente è ovvio, ma allo stesso tempo, forse è il caso anche di riflettere se questa tecnica possa essere periolcosa e provocare danni, se impropriamente usata. 
Per rispondere a questa domanda dobbiamo conoscere bene i meccanismi dell'ipnosi e perchè funziona. Le principali teorie che spiegano i fenomeni ipnotici sono: quella psicodinamica, quella dissociativa, quella sociale e quella cognitiva. Ogni teoria elabora una spiegazione sulla base degli elementi considerati. 

Quel che è certo, è che l'ipnosi è un'esperienza, ed ogni esperienza ha il suo valore, sulla base del significato che viene attribuito. 

Una frase che si legge spesso è che tutti possono essere ipnotizzati, ed in effetti concordo: magari non tutti avranno le stesse manifestazioni della fenomenologia ipnotica, ma qualcosa proveranno. 

Il punto è se tutti debbano essere ipnotizzati! 

Per entrare in una metafora chirrugica, possiamo dire che tutti sono operabili, ma che non è necessario operare tutti.

Già il fatto che per applicare la tecnica ipnotica è necessaria l'attenzione del soggetto da ipnotizzare, inizia a porre dei limiti alla tecnica: se il soggetto non collabora e non presta un minimo di attenzione, allora è molto difficile ed altamente improbabile che si faccia impnotizzare.
 

Sicuramente in persone con un buon equilibrio mentale, l'ipnosi aiuta, e quindi è potenzialmente poco pericolosa. Se l'inconscio è sano, ed equilibrato, allora collabora nell'esperienza e svolge la sua funzione di protezione e difesa. 

Ma se la persona è instabile emotivamente, allora bisogna valutare attentamente se sottoporrla ad ipnosi: l'esperienza della trance deve essere utile ed aiutare la persona. Inoltre, la tecnica ipnotica può amplificare o depontenziare ciò che già c'è nella persona, sia emozioni negative che positive. Forse è proprio qui la pericolosità dell'ipnosi, o meglio, dell'ipnotista inesperto: se apre una porta che non sa richiudere? La preparazione dell'ipnotista non è solo nella tecnica, ma nel saper gestire le difficoltà.

Quel che è certo, è che dopo le prime sedute di ipnosi è importante parlare con la persona e chiederle come è stata l'esperienza della trance, ed aiutarla ad elaborare un significato costruttivo ed a chiarire dubbi e fornire informazioni e spiegazioni.

Per essere più chiari, ricordiamoci che l'ipnosi si basa principalmente sul linguaggio. Il linguaggio può essere pericoloso? Si!
Usare le parole sbagliate può creare enormi problemi nei rapporti tra le persone, ed allo stesso modo anche nell'incoscio. Attraverso le parole si evocano immagini, si suscitano emozioni, si creano mondi fantastici. Le parole suscitano pensieri ed evocano immagini e creano associazioni, sia spiacevoli, che piacevoli.


Se l'ipnosi verbale non facesse danni in assoluto, allora neanche la parola dovrebbe farne, eppure tutti noi sappiamo che esistono parole che feriscono. Io posso esprimere un concetto, ed a seconda delle parole e della situazione posso suscitare delle reazioni e delle emozioni. "Apri quella finestra", "Ti ordino di aprire la finestra" e "Scusi, potrebbe gentimente aprire la finestra" oppure "Certo che caldo che fa! Se la finestra fosse aperta..." sono tutte "parole" che hanno come abiettivo che qualcuno apra una finestra.


Un altro esempio sulla necessità di fare attenzione a chi ci si rivolge, e per cosa: mi sembra anche che tutti usino i coltelli nella propria esperienza quotidiana, eppure questo non fa automaticamente di noi dei chirurghi solo perchè si è abili a tagliare con il coltello.

Un piccolo racconto di un esperienza personale. In una delle prime esercitazioni, quando stavo imparando l'ipnosi, dovevamo lavorare a gruppi di tre scambiandoci i ruoi tra ipnotista, ipntozzatore ed osservatore. Quando facevo l'ipnotizzato, l'ipnotizzatore, dovendo indurmi una sensazione di rilassamento, usò l'infelice espressione "... e sei rilassato, completamente rilassato, come un cadavere". La piacevole sensazione si trasformò in un incubo, e il risveglio fu caratterizzato da un forte mal di testa... Intervenne il professore a rimediare l'innocente errore.

Nell'inconscio c'è molto, ma non l'abilitazione professionale, che viene data dagli appositi organi competenti! ;)


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