giovedì 14 febbraio 2013

Empatia e neuroni specchio

I neuroni specchio rappresentano una scoperta molto importante per capire meglio il comportamento umano e per spiegare cosa succede nel cervello quando ci troviamo in situazioni sociali. I neuroni specchio sono strettamente legati all'empatia, che è la capacità di essere vicino ad un'altra persona e di provare e condividere un'emozione simile.

I neuroni specchio spiegano anche perchè per la maggior parte delle persone è più efficace imparare da un proprio simile (sia dal vivo che attraverso un filmato), piuttosto che leggere un libro. Vedere l'altro eseguire un comportamento attiva le stesse aree del cervello.

Su youtube c'è questo video del Prof. Giacomo Rizzolatti (il coordinatore del gruppo di ricerca che ha fatto la scoperta), in cui spiega in modo chiaro e comprensibile la relazione tra neuroni specchio ed empatia, fino ad arrivare ad alcune spiegazioni sull'autismo.

Il video dura quasi un'ora, ma è fluido e sufficientemente comprensibile, considerando la complessità dell'argomento. Buona visione.

       

martedì 12 febbraio 2013

L'elaborazione del lutto nel mondo del Web 3.0


Alcuni giorni fa ho saputo della morte di una collega che avevo conosciuto in una Mailing List per psicologi. Dalla Mailing List era nata una buona amicizia virtuale, basata sopratutto sullo scambio professionale. Dalla ML siamo passati a Facebook e poi a MedicItalia. Scambi di idee, mie richieste di aiuto e delucidazioni, poichè riconoscevo nella collega una professionalità ed un'esperienza diversa dalla mia, e sapevo che avevo molto da imparare da lei.
Purtroppo la collega non stava bene in salute e sapeva di avere poco tempo a disposizione; sapeva che non poteva guarire e sapeva anche non l'aspettava una "bella morte". Era una donna forte, ma molto riservata e combattiva, abituata a fare a sola. Sapeva chiedere aiuto, ma non chiedeva troppo, ed anzi, se poteva, distribuiva i compiti, per non gravare troppo. Era difficile sapere quanto la disponibilità ad aiutarla sarebbe stata percepita come invasione o deleggittimazione della sua autonomia.
Poi, il 16 gennaio scorso, è deceduta nella privacy della sua casa, da sola, o forse, in autonomia, come aveva vissuto gli ultimi anni difficili della sua vita.
I conoscenti virtuali hanno avuto la conferma della sua morte solo il 6 febbraio, dato che aveva lasciato istruzioni su chi avvisare, e di conseguenza si è sparsa la voce.

Ritengo questa premessa necessaria per spiegare il titolo del post e del perchè di questa riflessione. In certo senso questo post ed anche l'articolo su MedicItalia sono una forma personale di elaborazione del lutto ai nostri giorni.

La notizia si è diffusa e in un paio di giorni molti dei participanti ad entrambe le comunità virtuali hanno scritto commentati, ricordi, riflessioni o espressioni emotive di rammarico e dispiacere. Ognuno a modo suo ha espresso la propria reazione alla notizia della perdita. 
Nella Mailing List di psicologi si è venuto a sapere di un'altra collega che era improvvisamente deceduta. E quindi c'è stata una doppia perdita ed una doppia commemorazione.

Nel mondo del Web 3.0 dove è possibile stabilire relazioni virtuali signficative, ecco che trova posto anche la morte virtuale e l'elaborazione del lutto virtuale.

Il Web 3.0 offre una modalità in più di comunicazione e di relazione. In fin dei conti le reazioni sono simili a quelle che si possono sperimentare in un funerale nella vita reale. L'emozione viene trasmessa dalle parole e dalla scelta degli aggettivi.

Chi ha una cultura digitale, elabora il lutto anche attraverso i rituali e le modalità offerte da questa cultura.



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Il post su MedicItalia (->)