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lunedì 2 gennaio 2012

Film: Hypnosis

Premessa: il post che segue è una riflessione dopo aver visto il film, per cui se non hai visto il film è meglio che vederlo prima, per evitare che ti rovini la sorpresa della trama. Il mio post riguarda l'ipnosi e l'idea d'ipnosi che questo film trasmette. 

Piccola recensione: come film non è un granchè, sia come recitazione che come trama. Per un quarantenne che di film ne ha visti tanti non è difficile cogliere citazioni di altri film ed idee già viste, ma questo, purtroppo, è legato all'età ed alle esperienze precedenti. Però, è anche vero che se non hai visto "the ring", "l'esorcista", "the blair witch project" ed i vari film del filone satanico, allora troverai delle interessanti novità. E scriviamo pure che anche se pieno di spunti da altri film, non è neanche un mix originale ed esaltante.
Hypnosis - il film

L'idea d'ipnosi che viene trasmessaEd ecco il nocciolo importante di questo post. 
Quando una persona chiama un ipnotista clinico, ha nella propria mente un'idea del mondo dell' ipnosi, e quindi delle aspettative. Questa idea determina, nella maggior parte delle persone, il significato che si darà all'esperienza.
L'esperienza che ciascuno di noi vive dipende dall'idea che si è fatto e da quello che si aspetta: più l'aspettativa si discosta dalla "realtà" più è forte la delusione.
Buona parte del lavoro con l'ipnosi, forse la parte fondamentale, è proprio trasmettere un'idea corretta di ciò che avviene durante una seduta di ipnosi e quali aspettative sono utili e quali aspettative vanno ridimensionate e adeguate a ciò che realmente possiamo aspettarci; questo vuol dire togliere le aspettative magiche e dare una spiegazione scientifica dei fenomeni che si manifestano durante l'esperienza della trance. 
Certo, poi ognuno è libero di rimanere con l'idea che vuole e di personalizzare la propria esperienza secondo le proprie esigenze e le proprie necessità. Un pizzico di magia e di stupore devono restare, ma nella misura utile per fare dell'esperienza dell'ipnosi e della trance qualcosa di creativo e di costruttivo per la persona che chiede l'esperienza dell'ipnosi, senza togliere nulla all'efficacia ed alla potenza che ha la tecnica ipnotica e lo stato di trance.
Una buona premessa favorisce una buona esperienza della trance e dell'ipnosi.
Daltronde, il terreno deve essere adeguato al seme che si sta per piantare, e se il terreno non viene preparato per favorire la crescita del seme, difficilmente darà frutti. Lo stesso principio è fondamentale per ottenere dall'ipnosi e dalla trance un'esperienza costruttiva ed utile.


Ora questo film se da una parte presenta abbastanza bene la tecnica ipnotica, dall'altra è necessario distinguere un pò di forzature di trama.



  • non è necessario l'utilizzo di farmaci per produrre la trance, ma è sufficiente la parola.
  • non sempre una trance produce degli effetti così visibili ed eclatanti.
  • non sempre c'è amnesia dell'esperienza in trance, per cui ci si può ricordare ogni dettaglio dell'esperienza vissuta.
  • non sempre gli effetti della trance che si vedono nel film fanno parte del fenomeno della regressione al momento del trauma. Se da una parte possiamo parlare di regressione ad una determinata età quando lui rivive in prima persona gli episodi, quando cambia la voce e parla come la sorella è un fenomeno di rivivificazione (o di ipermnesia), dato che sarebbe un ricordo con molti dettagli, tra cui la voce ed il tono della persona. 


Lontano dal set cinematografico. L'esperienza della trance è molto amplificata in questo film, ed è proporzionata al trauma infantile subito dal protagonista. 
Durante una seduta di ipnosi l'inconscio, pur essendo più facilmente accessibile, continua comunque la sua opera di protezione della persona, facendo emergere i contenuti rimossi nella misura adeguatamente tollerabile dalla persona stessa. E' sempre e comunque l'inconscio a stabilire cosa far emergere e quale informazione rendere disponibile.

venerdì 28 gennaio 2011

Cambia atteggiamento per cambiare il mondo





Mi è capitato di leggere un interessante testo su Facebook di Jack Canfield, che ho scoperto essere un personal coach.


Questo il racconto. La CNN stava intervistando i pendolari che andavano a lavoro dopo il devastante sisma di Los Angeles del 1994 in cui il sistema di autostrade e ponti era rimasto fortemente danneggiato. Il danno all'infrastruttura viaria aveva raddoppiato se non triplicato i tempi di percorrenza, per cui tragitti che un tempo richiedevano un'ora adesso ne potevano richiedere anche 3.


Il giornalista della CNN ha prima intervistato un automobilista bloccato nel traffico che ha risposto arrabbiato: "Odio la California. Prima ci sono stati gli incendi, poi le inondazioni e ora un terremoto! A prescindere dall'ora in cui parto al mattino, sarò in ritardo al lavoro. Non riesco a crederci!".

Il giornalista è quindi passato ad intervistare l'automobilista nella macchina dietro e questo, rispondendo alla stessa domanda del precedente, sorridendo ha risposto: "Non ci sono problemi. Sono partito da casa alle cinque stamani. Non credo che il capo possa chiedere di più date le circostanze. Ho con me molte cassette di musica e le cassette per imparare lo spagnolo. Ho il cellulare. Ho il caffè in un thermos, il pranzo e ho portato perfino un libro da leggere. Quindi sto benissimo."

I due automobilisti si trovavano a vivere la stessa situazione (terremoto e traffico),  ma in modo completamente diverso. Stimolo uguale, ma risposta diversa, con diversi stati d'animo e diverse emozioni. Se terremoto e traffico fossero state davvero le variabili decisive, allora ci si aspettava che tutti fossero tutti avrebbero dovuto essere arrabbiati. 

Il commento di Jack Canfield è "Ciò che ha fatto la differenza è stato nutrire pensieri negativi o pensieri positivi, partire da casa preparati o partire da casa impreparati. E' stata tutta una questione di atteggiamento e comportamento, i quali hanno creato esperienze completamente diverse."


Ricorda molto il discorso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto; la nostra realtà e come vediamo la realtà altro non è che la spiegazione che diamo ai fatti e come ci spieghiamo gli eventi e le situazioni che viviamo. La nostra realtà è il significato che diamo agli eventi.  
Da qui la possibilità di poter cambiare la realtà, semplicemente cambiando atteggiamento mentale, o meglio le parole che usiamo per descrivere l'evento ed il significato che attribuiamo alle situazioni.

La psicologia ultimamente ha focalizzato la ricerca scientifica verso la psicologia del benessere e lo studio della parte sane e delle risorse che ciascuno di noi ha. 
Diverse ricerche stanno studiando quelle persone che non mostrano segni di disagio e di sofferenza, pur avendo vissuto esperienze traumatiche e dolorose. 

Quali strategie e quali risorse queste persone utilizzano per sopravvivere o per trasformare in elemento di crescita l'esperienza vissuta? 

Rispondendo a questa domanda sarà possibile individuare interventi mirati e percorsi utili per aiutare chi non riesce a fare questa elaborazione necessaria per superare il trauma.

Questo è anche uno dei temi attuali della ricerca in psicologia, e riguarda lo studio degli atteggiamenti e l'indagine delle risorse e delle strategie utilizzate da chi riesce a superare un evento traumatico. Perchè alcune persone sviluppano un Disturbo Post Traumatico da Stress mentre altre, pur avendo vissuto un evento o una situazione simile, riescono a trasformare il proprio vissuto in modo costruttivo?

E' il concetto di resilienza, cioè la capacità di assorbire un urto, che potremmo tradurre con la frase "mi piego, ma non mi spezzo".  In psicologia, la resilienza viene vista come la capacità dell'uomo di affrontare e superare le avversità della vita.

giovedì 25 novembre 2010

Convegno: “La psicotraumatologia oncologica”

Interessante convegno incentrato principalmente sulla tecnica dell'EMDR e sulla presentazione della Dott.ssa Liuva Capezzani riguardante sulla prima ricerca mondiale scientifica che viene svolta, proprio in Italia, su questa tecnica. L'obiettivo della ricerca è valutare se e quali effetti produce l'applicazione della tecnica dell'EMDR in pazienti oncologici che presentano i disturbi legati allo stress post-traumatico. 
I risultati scientifici ottenuti rappresentano un traguardo molto importante poichè, come ha ricordato il  Dott. Roger M. Solomon, la tecnica dell'EMDR è una tecnica "evidence based", cioè supportata dai risultati ottenuti, ma il cui meccanismo d'azione e la base teorica non sono ancora certi. 
Il Dott. Roger M. Solomon è uno dei più importanti formatori internazionali dell'Istituto EMDR. Il suo intervento è stato molto semplice dal punto di vista teorico, ma di enorme valore formativo perchè ha presentato dei video di sedute in cui la tecnica dell'EMDR viene utilizzata per l'elaborazione del lutto 
L'importanza della ricerca italiana è proprio legata al fatto che finalmente è iniziata una raccolta dati sugli effetti dell'attivazione delle aree cerebrali coinvolte prima e dopo l'applicazione della tecnica. L'intervento del Dott. Marco Pagani ha appunto illustrato i nuovi ed importanti elementi neurobiologici e fisiopatologici dell’EMDR. 

Personalmente ho trovato molto interessante l'intervento del Dott. Mario Valle. Un chirurgo che ha deciso di mettersi in gioco in prima persona e di andare ad esplorare aspetti traumatizzanti e difficoltà psicologiche della relazione paziente chirurgico e chirurgo. Un bell'intervento sentito e frutto della propria esperienza, molto realistico ed onesto che non ha mancato di evidenziare anche i difetti e le situazioni in cui il chirurgo manca di empatia nei confronti del paziente.  Molto simpatica la citazione del Dr. House "preferisce un medico che le tiene la mano mentre muore o uno che la ignora mentre la guarisce?". Però la difficoltà del chirurgo è proprio quella di riuscire ad essere "empatico e simpatico" in modo professionale, senza perdere quella necessaria capacità logica e di distacco per poter prendere decisioni difficili, ma fondamentali per la salute e per la qualità della vita del paziente.
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