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martedì 12 febbraio 2013

L'elaborazione del lutto nel mondo del Web 3.0


Alcuni giorni fa ho saputo della morte di una collega che avevo conosciuto in una Mailing List per psicologi. Dalla Mailing List era nata una buona amicizia virtuale, basata sopratutto sullo scambio professionale. Dalla ML siamo passati a Facebook e poi a MedicItalia. Scambi di idee, mie richieste di aiuto e delucidazioni, poichè riconoscevo nella collega una professionalità ed un'esperienza diversa dalla mia, e sapevo che avevo molto da imparare da lei.
Purtroppo la collega non stava bene in salute e sapeva di avere poco tempo a disposizione; sapeva che non poteva guarire e sapeva anche non l'aspettava una "bella morte". Era una donna forte, ma molto riservata e combattiva, abituata a fare a sola. Sapeva chiedere aiuto, ma non chiedeva troppo, ed anzi, se poteva, distribuiva i compiti, per non gravare troppo. Era difficile sapere quanto la disponibilità ad aiutarla sarebbe stata percepita come invasione o deleggittimazione della sua autonomia.
Poi, il 16 gennaio scorso, è deceduta nella privacy della sua casa, da sola, o forse, in autonomia, come aveva vissuto gli ultimi anni difficili della sua vita.
I conoscenti virtuali hanno avuto la conferma della sua morte solo il 6 febbraio, dato che aveva lasciato istruzioni su chi avvisare, e di conseguenza si è sparsa la voce.

Ritengo questa premessa necessaria per spiegare il titolo del post e del perchè di questa riflessione. In certo senso questo post ed anche l'articolo su MedicItalia sono una forma personale di elaborazione del lutto ai nostri giorni.

La notizia si è diffusa e in un paio di giorni molti dei participanti ad entrambe le comunità virtuali hanno scritto commentati, ricordi, riflessioni o espressioni emotive di rammarico e dispiacere. Ognuno a modo suo ha espresso la propria reazione alla notizia della perdita. 
Nella Mailing List di psicologi si è venuto a sapere di un'altra collega che era improvvisamente deceduta. E quindi c'è stata una doppia perdita ed una doppia commemorazione.

Nel mondo del Web 3.0 dove è possibile stabilire relazioni virtuali signficative, ecco che trova posto anche la morte virtuale e l'elaborazione del lutto virtuale.

Il Web 3.0 offre una modalità in più di comunicazione e di relazione. In fin dei conti le reazioni sono simili a quelle che si possono sperimentare in un funerale nella vita reale. L'emozione viene trasmessa dalle parole e dalla scelta degli aggettivi.

Chi ha una cultura digitale, elabora il lutto anche attraverso i rituali e le modalità offerte da questa cultura.



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Il post su MedicItalia (->)

lunedì 2 gennaio 2012

Film: Hypnosis

Premessa: il post che segue è una riflessione dopo aver visto il film, per cui se non hai visto il film è meglio che vederlo prima, per evitare che ti rovini la sorpresa della trama. Il mio post riguarda l'ipnosi e l'idea d'ipnosi che questo film trasmette. 

Piccola recensione: come film non è un granchè, sia come recitazione che come trama. Per un quarantenne che di film ne ha visti tanti non è difficile cogliere citazioni di altri film ed idee già viste, ma questo, purtroppo, è legato all'età ed alle esperienze precedenti. Però, è anche vero che se non hai visto "the ring", "l'esorcista", "the blair witch project" ed i vari film del filone satanico, allora troverai delle interessanti novità. E scriviamo pure che anche se pieno di spunti da altri film, non è neanche un mix originale ed esaltante.
Hypnosis - il film

L'idea d'ipnosi che viene trasmessaEd ecco il nocciolo importante di questo post. 
Quando una persona chiama un ipnotista clinico, ha nella propria mente un'idea del mondo dell' ipnosi, e quindi delle aspettative. Questa idea determina, nella maggior parte delle persone, il significato che si darà all'esperienza.
L'esperienza che ciascuno di noi vive dipende dall'idea che si è fatto e da quello che si aspetta: più l'aspettativa si discosta dalla "realtà" più è forte la delusione.
Buona parte del lavoro con l'ipnosi, forse la parte fondamentale, è proprio trasmettere un'idea corretta di ciò che avviene durante una seduta di ipnosi e quali aspettative sono utili e quali aspettative vanno ridimensionate e adeguate a ciò che realmente possiamo aspettarci; questo vuol dire togliere le aspettative magiche e dare una spiegazione scientifica dei fenomeni che si manifestano durante l'esperienza della trance. 
Certo, poi ognuno è libero di rimanere con l'idea che vuole e di personalizzare la propria esperienza secondo le proprie esigenze e le proprie necessità. Un pizzico di magia e di stupore devono restare, ma nella misura utile per fare dell'esperienza dell'ipnosi e della trance qualcosa di creativo e di costruttivo per la persona che chiede l'esperienza dell'ipnosi, senza togliere nulla all'efficacia ed alla potenza che ha la tecnica ipnotica e lo stato di trance.
Una buona premessa favorisce una buona esperienza della trance e dell'ipnosi.
Daltronde, il terreno deve essere adeguato al seme che si sta per piantare, e se il terreno non viene preparato per favorire la crescita del seme, difficilmente darà frutti. Lo stesso principio è fondamentale per ottenere dall'ipnosi e dalla trance un'esperienza costruttiva ed utile.


Ora questo film se da una parte presenta abbastanza bene la tecnica ipnotica, dall'altra è necessario distinguere un pò di forzature di trama.



  • non è necessario l'utilizzo di farmaci per produrre la trance, ma è sufficiente la parola.
  • non sempre una trance produce degli effetti così visibili ed eclatanti.
  • non sempre c'è amnesia dell'esperienza in trance, per cui ci si può ricordare ogni dettaglio dell'esperienza vissuta.
  • non sempre gli effetti della trance che si vedono nel film fanno parte del fenomeno della regressione al momento del trauma. Se da una parte possiamo parlare di regressione ad una determinata età quando lui rivive in prima persona gli episodi, quando cambia la voce e parla come la sorella è un fenomeno di rivivificazione (o di ipermnesia), dato che sarebbe un ricordo con molti dettagli, tra cui la voce ed il tono della persona. 


Lontano dal set cinematografico. L'esperienza della trance è molto amplificata in questo film, ed è proporzionata al trauma infantile subito dal protagonista. 
Durante una seduta di ipnosi l'inconscio, pur essendo più facilmente accessibile, continua comunque la sua opera di protezione della persona, facendo emergere i contenuti rimossi nella misura adeguatamente tollerabile dalla persona stessa. E' sempre e comunque l'inconscio a stabilire cosa far emergere e quale informazione rendere disponibile.