giovedì 14 febbraio 2013

Empatia e neuroni specchio

I neuroni specchio rappresentano una scoperta molto importante per capire meglio il comportamento umano e per spiegare cosa succede nel cervello quando ci troviamo in situazioni sociali. I neuroni specchio sono strettamente legati all'empatia, che è la capacità di essere vicino ad un'altra persona e di provare e condividere un'emozione simile.

I neuroni specchio spiegano anche perchè per la maggior parte delle persone è più efficace imparare da un proprio simile (sia dal vivo che attraverso un filmato), piuttosto che leggere un libro. Vedere l'altro eseguire un comportamento attiva le stesse aree del cervello.

Su youtube c'è questo video del Prof. Giacomo Rizzolatti (il coordinatore del gruppo di ricerca che ha fatto la scoperta), in cui spiega in modo chiaro e comprensibile la relazione tra neuroni specchio ed empatia, fino ad arrivare ad alcune spiegazioni sull'autismo.

Il video dura quasi un'ora, ma è fluido e sufficientemente comprensibile, considerando la complessità dell'argomento. Buona visione.

       

martedì 12 febbraio 2013

L'elaborazione del lutto nel mondo del Web 3.0


Alcuni giorni fa ho saputo della morte di una collega che avevo conosciuto in una Mailing List per psicologi. Dalla Mailing List era nata una buona amicizia virtuale, basata sopratutto sullo scambio professionale. Dalla ML siamo passati a Facebook e poi a MedicItalia. Scambi di idee, mie richieste di aiuto e delucidazioni, poichè riconoscevo nella collega una professionalità ed un'esperienza diversa dalla mia, e sapevo che avevo molto da imparare da lei.
Purtroppo la collega non stava bene in salute e sapeva di avere poco tempo a disposizione; sapeva che non poteva guarire e sapeva anche non l'aspettava una "bella morte". Era una donna forte, ma molto riservata e combattiva, abituata a fare a sola. Sapeva chiedere aiuto, ma non chiedeva troppo, ed anzi, se poteva, distribuiva i compiti, per non gravare troppo. Era difficile sapere quanto la disponibilità ad aiutarla sarebbe stata percepita come invasione o deleggittimazione della sua autonomia.
Poi, il 16 gennaio scorso, è deceduta nella privacy della sua casa, da sola, o forse, in autonomia, come aveva vissuto gli ultimi anni difficili della sua vita.
I conoscenti virtuali hanno avuto la conferma della sua morte solo il 6 febbraio, dato che aveva lasciato istruzioni su chi avvisare, e di conseguenza si è sparsa la voce.

Ritengo questa premessa necessaria per spiegare il titolo del post e del perchè di questa riflessione. In certo senso questo post ed anche l'articolo su MedicItalia sono una forma personale di elaborazione del lutto ai nostri giorni.

La notizia si è diffusa e in un paio di giorni molti dei participanti ad entrambe le comunità virtuali hanno scritto commentati, ricordi, riflessioni o espressioni emotive di rammarico e dispiacere. Ognuno a modo suo ha espresso la propria reazione alla notizia della perdita. 
Nella Mailing List di psicologi si è venuto a sapere di un'altra collega che era improvvisamente deceduta. E quindi c'è stata una doppia perdita ed una doppia commemorazione.

Nel mondo del Web 3.0 dove è possibile stabilire relazioni virtuali signficative, ecco che trova posto anche la morte virtuale e l'elaborazione del lutto virtuale.

Il Web 3.0 offre una modalità in più di comunicazione e di relazione. In fin dei conti le reazioni sono simili a quelle che si possono sperimentare in un funerale nella vita reale. L'emozione viene trasmessa dalle parole e dalla scelta degli aggettivi.

Chi ha una cultura digitale, elabora il lutto anche attraverso i rituali e le modalità offerte da questa cultura.



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Il post su MedicItalia (->)

martedì 26 giugno 2012

Vuoi provare la droga?

Interessante sito del dipartimento della salute di Oslo sugli effetti della droga.

Il sito è in inglese. In base al tipo di droga che si sta provando si ha una simulazione sullo schermo degli effetti sulla percezione e su come viene alterato il comportamento, attraverso l'alterazione della lettura di un testo e della difficoltà di muovere il mouse come vorremmo!

Bisogna autorizzare il sito ad aprire dei pop-up.

Gli effetti delle droghe simulati sullo schermo sono stati confermati dai tossicodipendenti in cura presso i servizi di Oslo.




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Quando non si esce dalla trance

Da una parte mi piacerebbe pensare a questa storia come ad una originale trovata pubblicitaria di Richard Whitbread, ipnotista canadese e formatore di ipnotizzatori.


Il 20 giugno un suo alunno di nome Maxime Nadeau durante uno spettacolo d'ipnosi in una scuola del Quebec, in Canada, non riesce a svegliare dalla trance le giovani ragazze. Nadau chiama Withbread, e solo l'arrivo del salvifico maestro (?!?) riesce a risolvere la complicata situazione.

Le ragazze non hanno risentito delle 5 ore di trance, e tutto si è risolto bene...

Da un sito inglese si legge che Nadau ha 20 anni, e che quindi sarebbe un ipnotista in formazione, e che sarebbero 5 le ragazze rimaste nella trance profonda, e che queste ragazze erano nel pubblico, e non tra le volontarie che si erano offerte per lo spettacolo.

Mettiamo che sia tutto vero, e che effettivamente i fatti siano effettivamente questi.

  • Non basta un corso per definirsi ipnotisti. In effetti la difficoltà dell'ipnosi non è nel mandare in trance una persona, operazione abbastanza facile, ma cosa fare quando la persona è in trance. Il giovane ipnotista infatti non ha avuto difficoltà a far sperimentare una trance profonda alle giovani studentesse, ma non ha saputo rievocare lo stato di veglia.
  • Dalla trance si può sempre uscire. Non c'è trance tanto profonda che non possa essere interrotta o che non possa terminare. Questo riflette una della paure più frequenti che vengono manifestate dalle persone che sono curiose riguardo l'ipnosi. Molti hanno bisogno di essere rassicurati sulla reversibilità dello stato di trance.
  • Dalla trance si può sempre uscire #2. Un altro simpatico aspetto di questa vicenda è che a far uscire dalla trance, indotta da Nadau, è stato un altro ipnotista, cioè Withbread. Quindi, si deduce che non c'è questo controllo esclusivo della mente da parte dell'ipnotista, dato che un altro ipnotista può cambiare "le suggestioni" impartite da un altro. La mente mantiene comunque un controllo, e tale controllo può andare oltre le aspettative dell'ipnotista. La mente, anche se in stato di trance, è pur sempre in "ascolto".
 Quindi, in sintesi, è importante scegliere bene con chi fare l'esperienza l'ipnotica.


Link a Tgcom24 - Canada, spettacolo di ipnosi fuori controllo Ragazzine restano in trance per quasi 5 ore - Mondo - Tgcom24
Articolo in inglese da I've got the news

domenica 3 giugno 2012

Ipnosi: istruzioni per l'uso

Chi può fare ipnosi? In teoria tutti, essendo l'ipnosi una particolare forma di comunicazione che utilizza principalmente il linguaggio per ottenere l'effetto della trance. Ci sono anche tecniche ipnotiche che non sono linguistiche, ma sono più complesse, e sicuramente il linguaggio rappresenta la più "facile" ed accessibile. Poi, se consideriamo l'autoipnosi, allora il problema non si pone!

Uno dei punti più controversi riguardanti l'ipnosi è se questo sia uno strumento esclusivo degli psicologi e dei medici e se altre professioni o altri esperti possano o meno utilizzare l'ipnosi.

L'ipnosi, in quanto strumento linguistico, è utilizzabile da tante categorie di persone e professionisti, per cui non è l'ipnosi ad essere di esclusiva pertinenza degli psicologi o del personale sanitario, ma è l'uso clinico della stessa ed il fine terapeutico. Niente da obiettare sull'ipnosi da palcoscenico, o sull'uso dell'ipnosi come amplificatore e facilitatore di altre funzioni mentali, quali la motivazione, l'apprendimento e l'addestramento a compiti e situazioni. E non avrebbe senso neanche insegnare l'autoipnosi, se non fosse praticabile da tutti.

L'APA (American Psychological Association) spiega sul proprio sito che l'ipnosi di per sè non è terapeutica e che esiste anche l'ipnosi non clinica, ma l'uso clinico dell'ipnosi deve essere svolto da personale preparato e qualificato.

Il perchè dell'uso clinico riservato a categorie preparate professionalmente è ovvio, ma allo stesso tempo, forse è il caso anche di riflettere se questa tecnica possa essere periolcosa e provocare danni, se impropriamente usata. 
Per rispondere a questa domanda dobbiamo conoscere bene i meccanismi dell'ipnosi e perchè funziona. Le principali teorie che spiegano i fenomeni ipnotici sono: quella psicodinamica, quella dissociativa, quella sociale e quella cognitiva. Ogni teoria elabora una spiegazione sulla base degli elementi considerati. 

Quel che è certo, è che l'ipnosi è un'esperienza, ed ogni esperienza ha il suo valore, sulla base del significato che viene attribuito. 

Una frase che si legge spesso è che tutti possono essere ipnotizzati, ed in effetti concordo: magari non tutti avranno le stesse manifestazioni della fenomenologia ipnotica, ma qualcosa proveranno. 

Il punto è se tutti debbano essere ipnotizzati! 

Per entrare in una metafora chirrugica, possiamo dire che tutti sono operabili, ma che non è necessario operare tutti.

Già il fatto che per applicare la tecnica ipnotica è necessaria l'attenzione del soggetto da ipnotizzare, inizia a porre dei limiti alla tecnica: se il soggetto non collabora e non presta un minimo di attenzione, allora è molto difficile ed altamente improbabile che si faccia impnotizzare.
 

Sicuramente in persone con un buon equilibrio mentale, l'ipnosi aiuta, e quindi è potenzialmente poco pericolosa. Se l'inconscio è sano, ed equilibrato, allora collabora nell'esperienza e svolge la sua funzione di protezione e difesa. 

Ma se la persona è instabile emotivamente, allora bisogna valutare attentamente se sottoporrla ad ipnosi: l'esperienza della trance deve essere utile ed aiutare la persona. Inoltre, la tecnica ipnotica può amplificare o depontenziare ciò che già c'è nella persona, sia emozioni negative che positive. Forse è proprio qui la pericolosità dell'ipnosi, o meglio, dell'ipnotista inesperto: se apre una porta che non sa richiudere? La preparazione dell'ipnotista non è solo nella tecnica, ma nel saper gestire le difficoltà.

Quel che è certo, è che dopo le prime sedute di ipnosi è importante parlare con la persona e chiederle come è stata l'esperienza della trance, ed aiutarla ad elaborare un significato costruttivo ed a chiarire dubbi e fornire informazioni e spiegazioni.

Per essere più chiari, ricordiamoci che l'ipnosi si basa principalmente sul linguaggio. Il linguaggio può essere pericoloso? Si!
Usare le parole sbagliate può creare enormi problemi nei rapporti tra le persone, ed allo stesso modo anche nell'incoscio. Attraverso le parole si evocano immagini, si suscitano emozioni, si creano mondi fantastici. Le parole suscitano pensieri ed evocano immagini e creano associazioni, sia spiacevoli, che piacevoli.


Se l'ipnosi verbale non facesse danni in assoluto, allora neanche la parola dovrebbe farne, eppure tutti noi sappiamo che esistono parole che feriscono. Io posso esprimere un concetto, ed a seconda delle parole e della situazione posso suscitare delle reazioni e delle emozioni. "Apri quella finestra", "Ti ordino di aprire la finestra" e "Scusi, potrebbe gentimente aprire la finestra" oppure "Certo che caldo che fa! Se la finestra fosse aperta..." sono tutte "parole" che hanno come abiettivo che qualcuno apra una finestra.


Un altro esempio sulla necessità di fare attenzione a chi ci si rivolge, e per cosa: mi sembra anche che tutti usino i coltelli nella propria esperienza quotidiana, eppure questo non fa automaticamente di noi dei chirurghi solo perchè si è abili a tagliare con il coltello.

Un piccolo racconto di un esperienza personale. In una delle prime esercitazioni, quando stavo imparando l'ipnosi, dovevamo lavorare a gruppi di tre scambiandoci i ruoi tra ipnotista, ipntozzatore ed osservatore. Quando facevo l'ipnotizzato, l'ipnotizzatore, dovendo indurmi una sensazione di rilassamento, usò l'infelice espressione "... e sei rilassato, completamente rilassato, come un cadavere". La piacevole sensazione si trasformò in un incubo, e il risveglio fu caratterizzato da un forte mal di testa... Intervenne il professore a rimediare l'innocente errore.

Nell'inconscio c'è molto, ma non l'abilitazione professionale, che viene data dagli appositi organi competenti! ;)


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lunedì 14 maggio 2012

Calendario MIP Maggio - Eventi psicologici gratuiti ISERNIA


MIP 2012, Maggio di Informazione Psicologica a Isernia

Prosegue con successo la 5ª edizione del MIP, la campagna nazionale di prevenzione psicologica organizzata, ogni anno, da Psycommunity: www.psicologimip.it .
Già molte migliaia le persone che hanno partecipato agli appuntamenti in programma e ai colloqui messi a disposizione gratuitamente dagli oltre 1000 Psicologi MIP.
Ancora centinaia gli eventi ai quali è possibile prenotarsi con un clic, durante la seconda metà di Maggio, ed il 19 Maggio si terrà l’evento organizzato ad Isernia dal titolo “IPNOSI TRA MAGIA E SCIENZA”
Per la prenotazione on-line http://www.psicologimip.it/isernia/


martedì 10 aprile 2012

Libero arbitrio e scelte

Quanto siamo responsabili del nostro agire? Questo è l'eterno dilemma del libero arbitrio: quanto siamo veramente liberi di scegliere consapevolmente quello che facciamo e quanto possiamo modificare i comportamenti.

Questa volta lo spunto di riflessione nasce da un articolo di Luca De Biase pubblicato da IlSole24ore  riguardante l'utilizzo delle neuroscienze nelle aule del tribunale per giustificare il comportamento delittuoso, ramo della scienza definito Neuropsicologia Forense (link al libro). 

Nell'articolo vengono citati diversi libri, tra cui il più recente è "Il delitto del cervello. La mente tra scienza e diritto" di Andrea Lavazza, scienziato cognitivo, e di Luca Sammicheli, giurista e psicologo (lo trovi su amazon in versione cartacea o in versione elettronica)

Quanto il nostro comportamento è volontario, quanto è guidato dall'istinto, quanto è influenzato dalla configurazione biologica del nostro cervello? Ovvero quanto le caratteristiche su base genetica del nostro cervello determinano il comportamento?

Questi interrogativi hanno conseguenze non solo giuridiche, ma anche morali ed etiche, e quindi filosofiche e religiose. Nell'ambito della neuropsicologia forense si cerca di trovare metodologie "obiettive" per stabilire quanto sia possibile determinare la piena consapevolezza quando si compie un atto criminale o quanto non si potesse agire diversamente da come si è agito.

Se da una parte abbiamo il cervello come organo geneticamente determinato, oggi sappiamo che non è un organo statico, ma plastico che cresce e si trasforma, non solo in senso degenerativo: allenamento mentale, ambiente, sostanze ed educazione sono i principali fattori di cambiamento della struttura del cervello.  Imparare qualcosa trasforma il cervello cambiando le sinapsi, cioè i collegamenti neuronali.

Però attenzione: se da una parte le neuroscienze riescono a stabilire dove avvengono determinati processi nel cervello (mappatura cerebrale), siamo ancora distanti dal definire strutturalmente la coscienza e cosa sia esattamente il pensiero:  in termini forensi abbiamo il dove ed il quando, ma ci manca il come ed il perchè.

Anche la psicoterapia è influenzata da queste riflessioni.

Diversi autori hanno trattato l'argomento. Ad esempio David Shapiro in "Stili nevrotici (Psiche e coscienza)" nel descrivere la struttutra del pensiero nevrotico pone la riflessione sul fatto che l'individuo nevrotico non può non pensare diversamente da come pensa.

Riflessioni del genere pongono interrogativi sia sul tipo di psicoterapia, ma anche sull'obiettivo della psicoterapia e di quali soluzioni è possibili prospettare alla persona e quali obiettivi è realistico perseguire.

L'ipnosi dove si colloca in tutto questo ragionare?

Se da una parte l'ipnosi non può essere usata in Tribunale principalmente perchè è impossibile distinguere tra immaginazione e ricordi (entrambi producono immagini mentali) basandosi solo sul resoconto verbale, dall'altra l'ipnosi rappresenta uno strumento per stimolare la persona a cercare nuove alternative e nuove soluzioni. L'ipnotista però è consapevole che il fattore biologico è determinante e va tenuto con la dovuta considerazione, sia in termini di limiti, ma anche in termini di potenzialità.

L'ipnosi infatti utilizza la funzione naturale della trance per favorire il cambiamento nella persona.

Con l'autoipnosi la persona impara ad utilizzare autonomamente la propria capacità di indursi volontariamente uno stato di trance e di concentrazione favorevole per realizzare il proprio obiettivo.

 Link del post
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Libri
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lunedì 2 aprile 2012

Convegno regionale della Società Italiana di Cure Palliative

Venerdì 30 marzo 2012 si è tenuto a Roma a Palazzo Valentini il convegno regionale della Società Italiana di Cure Palliative del Lazio dal titolo "Dal curare al prendersi cura... capire il presente per progettare il futuro".

Interessanti interventi sul ruolo delle cure palliative e dell'importanza di una formazione seria del personale di varie discipline che insieme operano per portare sollievo in quelle situazioni di malattia dove la guarigione non è possibile e la sofferenza, senza adeguato intervento, rende difficili gli ultimi giorni della vita.

Sono diverse le professioni che integrano i loro saperi e che operano all'interno di un'unità di cure palliative per poter garantire alla persona malata una qualità della vita accettabile, senza sofferenze inutili: medici, psicologi, infermieri, assistenti sociali.

E sono sempre di più le persone che avranno bisogno di cure palliative. Infatti crescendo l'età media della popolazione aumentano le probabilità di sviluppare una patologia oncologica o  una patologia neurodegenerativa. Se all'inizio le cure palliative erano destinate solo ai malati oncologici, oggi l'accesso ai servizi palliativi si sta ampliando anche ad altre tipologie di malati che hanno una grande sofferenza che nasce dal dolore.

La qualità della vita della persona sofferente è l'obiettivo principale delle cure palliative, che sono qualcosa di più che la "sola" terapia del dolore. Prendersi cura della persona in tutte le sue necessità, secondo le sue richieste, per poterla aiutare a "non morire, prima di morire" e di poterle offrire una qualità della vita soddisfacente.

L'obiettivo della Società Italiana di Cure Palliative è anche quello di creare equità nel territorio poter permettere a tutti di accedere ai servizi, e non solo nelle grandi città.

Ed è importante anche la formazione del personale di cure palliative, il cui obiettivo principale deve essere quello di ascoltare il malato e di esaudire, nel limite del possibile, le sue richieste, con il principale obiettivo di non farlo sentire solo. E nella formazione acquista un significato importante anche il fattore Hidden Curriculum, inteso come quella parte della formazione di ciascun operatore che deriva dall'esperienza e non solo dagli studi.

Però il lavoro da fare è ancora tanto per far entrare nella mentalità dei medici il concetto di medicina palliativa, e, di conseguenza, anche nella popolazione: informare che la sofferenza ed il dolore possono essere alleviati e che è possibile accedere a servizi di cura nella fase terminale della vita.


Link brochure convegno (pdf)
Link sito Società Italiana di Cure Palliative (SICP)

martedì 6 marzo 2012

Ipnosi - Dal film Donnie Darko.wmv - YouTube

Sono alcuni giorni che mi scrivo con un'amica sull'ipnosi. Vorrebbe provare, ma si sente poco a suo agio e poco sicura. Una grande curiosità la porta a farmi molte domande: alcune di queste mi forniscono spunti per scrivere i post.

Nell'ultimo scambio in chat mi ha allegato un video. È una scena dal film Donnie Darko. In questa scena, il protagonista si trova dalla propria terapeuta e stanno facendo una seduta di ipnosi. La scena crea turbamento nella mia amica perché teme di sottoporsi ad una seduta di ipnosi per il fatto "di non avere il controllo della situazione e fare o dire robe sconsiderate..."

Ecco una breve sintesi del filmato, ben fatto, che dura poco meno di un minuto e mezzo, qualora il filmato venisse rimosso da youtube. Se non vuoi leggere la sintesi, puoi vedere direttamente il filmato e continuare a leggere il paragrafo dopo il video.
Durante la seduta Donnie parla di cosa gli è successo durante la settimana e dei suoi pensieri legati al sesso. L'ipnotista prova a cambiare discorso, ma Donnie continua a parlare di sesso, ed il suo coinvolgimento è tale che ha un eccitazione fisica ed inizia a sbottonarsi i pantaloni. Visto il risvolto fisico che la seduta sta assumendo, l'ipnotista interrompe la seduta, con un leggero imbarazzo da parte di entrambi.



La scena è ben girata ed ha diversi elementi che si possono riscontrare nella reale esperienza dell'ipnosi. La frase iniziale della scena "e quando batterò le mani due volte, ti sveglierai! È tutto chiaro?" rappresenta l'essenza del fatto che una seduta di ipnosi, quando viene fatta con un'ipnotista esperto, avviene in totale sicurezza ed in una situazione controllata. Prendersi cura della persona ipnotizzata, fornire una "uscita di emergenza", e creare un'ambiente protetto è il primo passo da compiere. Si guida la persona attraverso un percorso che le sia utile.

Un altro aspetto che viene evidenziato, è come il soggetto sia libero di esprimere ciò che sente, malgrado l'ipnotista cerchi di cambiare argomento: le suggestioni e le frasi dell'ipnotista vengono interpretate personalmente e liberamente. Il controllo dell'ipnotista non è totale: ha il controllo della durata della seduta, ma non dei contenuti della mente del soggetto ipnotizzato. In sintesi si controlla il contenitore (la seduta), ma non il contenuto (i pensieri dell'ipnotizzato). È vero che Donnie entra in contatto con materiale particolare che gli crea un coinvolgimento corporeo totale tanto da dimenticarsi dove si trova, ma viene fermato e la seduta non va oltre il necessario. 

Durante una seduta di ipnosi può succedere di voler far sapere qualcosa di imbarazzante e molto personale all'ipnotista, ma questo è possibile solo se c'è alleanza terapeutica ed un clima di profonda fiducia. Capita anche che una seduta di ipnosi rappresenti un momento per comunicare quei pensieri e quelle sensazioni che altrimenti sono difficili da esprimere.

Se da una parte, comunque l'inconscio della persona protegge la persona stessa, dall'altra il valore aggiunto di una seduta di ipnosi fatta da un ipnotista è proprio nel fatto che la seduta di ipnosi si adatta alle esigenze ed alle necessità che la persona manifesta in quel preciso momento.

Ipnosi - Dal film Donnie Darko.wmv - YouTube

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venerdì 2 marzo 2012

Sardegna: Ipnosi nel controllo del dolore


L'ipnosi è un fenomeno psicosomatico ed il dolore è un fenomeno somatopsichico. Il dolore ha una componente sensoriale - legata al segnale trasmesso dal sistema neurologico - ed una componente psichica - legata alla sofferenza ed al significato che viene attribuito all'esperienza del dolore fisico. In alcuni soggetti con un alto grado d'ipnotizzabilità è stato osservato una grande capacità di gestire la componente psicologica, per cui alla sensazione dolorosa non veniva associata sofferenza; in altri soggetti è stata osservata la capacità di non percepire il segnale come doloroso, per cui la componente psichica predominerebbe su quella sensoriale. Questo fenomeno prende il nome di analgesia ipnotica.


L'incontro "L'ipnosi nel controllo del dolore" è il sesto incontro del "corso introduttivo sull’ipnosi" curato dalla S.I.I. Sardegna viene tenuto dal Prof. Giuseppe de Benedittis, che è un neurochirurgo, psichiatra, psicoterapeuta, anestesista ad orientamento antalgico, molto qualificato nonchè pioniere in Italia nella terapia del dolore: è il fondatore e direttore del primo centro italiano dedicato, che vanta un'attività ormai ultratrentennale nella cura non solo di pazienti oncologici, ma anche di sofferenti per le sintomatologie algiche più disparate. 

Il Prof. Giuseppe de Benedittis è anche socio fondatore e Vice-Presidente della Società Italiana di Ipnosi (SII), Member of the Board of Directors of The International Society of Hypnosis (ISH). Nel 2009 gli è stato conferito il premio Ernest R. Hilgard Award for Scientific Excellence by the International Society of Hypnosis (2009) per l'alto livello scientifico dei suoi studi sull'ipnosi nel controllo del dolore. 

È possibile iscriversi anche solo al seminario conclusivo ed è rivolto a medici, odontoiatri, psicologi, psicoterapeuti, ostetriche, infermieri, terapisti della riabilitazione, pedagogisti, educatori, assistenti sociali, sia specializzandi e laureandi nelle precedenti discipline

Il programma del seminario:

-Dolore acuto e cronico.
-Meccanismi neuropsicobiologici dell’ipnosi e dell’analgesia ipnotica.
-Induzione e fenomenologia ipnotica.
-Strategie e tecniche dirette e indirette per il sollievo del dolore.
-Ipnoanalisi

Il corso ha ottenuto il patrocinio dell'Ordine dei Medici Chirurghi di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano e dell'AUPI e si terrà nella Sala dell'Ordine dei Medici di Cagliari, via dei Carroz 4.

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Per maggiori informazioni sull'argomento suggerisco un'attenta lettura del sito ipnosi e dolore, curato dal Dr. Carlo Antonelli.

Per maggiori informazioni sul corso potete visitare il sito www.ipnosisardegna.it