mercoledì 20 marzo 2013

Ipnosi: parole che evocano immagini

bambino che si copre le orecchie con le mani
Mi copro le orecchie
Immagina questa scena. Un bambino per non sentire delle parole che non gli piacciono, si copre le orecchie.

Perchè lo fa? Perchè sa che le parole che sente gli provocano una reazione e gli evocano delle immagini. 
E' travolto da questa reazione automatica che non può bloccare.

Cosa può fare? Evitare di ascoltare, dato che una volta che ha ascoltato, la reazione d'interpretazione è un processo automatico.

Immagina un bambino che non gli piace quello che sente e quello che vede. Chiude gli occhi e chiude le orecchie con le mani, e se può scappa.

E l'adulto come si comporta? L'adulto è un bambino cresciuto con maggiori risorse ed abilità che ha imparato qualcosa. Il cervello adulto è più sviluppato ed ha maggiori risorse rispetto a chiudere gli occhi o tapparsi le orecchie per non sentire. Però, anche l'adulto sa che una parte del processo d'interpretazione è automatico, solo che riesce, nella maggior parte dei casi, a scegliere come comportarsi davanti alla propria reazione. Adulti che non riescono a tollerare il messaggio che ricevono possono anche reagire colpendo la fonte del messaggio. Si chiama "censura" ed è quella forma di difesa dal potere evocativo della comunicazione che si attua evitando all'altro di comunicare. Attenzione, questo esempio è solo per riflettere sul potere evocativo delle parole e della comunicazione in generale, e di come, ad un certo livello, siamo passivi.

Sono attento e ti ascolto
Sono attento
Ora, immagina un bambino a cui piace ciò che vede e ciò che sente. La sua attenzione è tutta dedicata su ciò che sta vedendo o sta ascoltando. E' anche contento. E' immerso nell'esperienza sensoriale ed è concentrato.

Con un messaggio efficace e preparato appositamente per quel bambino, è possibile ottenere la sua attenzione! 
E gli adulti reagiscono e si comportano allo stesso modo. Un testo per essere efficace deve essere rivolto ad una persona specifica o ad un gruppo di persone specifiche. Il linguaggio evoca immagini e sensazioni di suo in un determinato gruppo di persone ed in un contesto. 

La differenza la fa il processo d'interpretazione del messaggio. Non è tanto cosa dico, ma cosa capisce chi riceve il messaggio.

La miglior lezione di fisica sarà inefficace se le persone che ascoltano non sono interessate alla fisica. Possono essere incuriosite e si può rendere accessibile una lezione ad un pubblico curioso. Ma quella stessa lezione, anche se in grado di suscitare emozioni e curiosità in chi non è esperto di fisica, sarà inefficace e controproducente se presentata ad un pubblico esperto: questi ultimi si aspettano un diverso livello di stimolazione emotiva ed immaginativa!
 

lunedì 18 marzo 2013

Parole e Ipnosi

Il potere e la forza delle parole è evidente con l'Ipnosi Conversazionale nel momento in cui, attraverso le parole, l'ipnotista riesce ad evocare stati mentali misurabili attraverso variazioni fisiologiche. 
Parole
parole
L'ipnosi ericksoniana ci dimostra, però, che da sole le parole non bastano. Se definiamo "ericksoniana" un tipo d'ipnosi, vuol dire che esiste almeno un'ipnosi che ericksoniana non è. Anzi, chiariamo subito che esistono tante tecniche ipnotiche e non tutte utilizzano la parola. L'ipnosi ericksoniana è un abile insieme di tecniche verbali e non-verbali, e viene considerata un ipnosi indiretta; si distingue dall'ipnosi tradizionale proprio per la sua caratteristica evocativa e non impositiva, fatta di immagini verbali e non di ordini e comandi. Ad esempio, un'ipnosi tradizionale avrebbe un comando diretto tipo "Vai in trance, ora", mentre lo stile ericksoniano preferisce dire "...e quando una parte di te inizia a sperimentare, ora, la trance...". 
L'obiettivo di indurre la trance nella persona è lo stesso, ma la modalità è diversa. 
Questo perchè l'ipnosi non è magia e non ha formule magiche. La "magia" dell'ipnosi è nella procedura e nei passi da seguire, non nelle parole che si utilizzano. E' importante avere chiara la struttura del procedimento che porta alla trance. 
Le parole servono solo a facilitare questo percorso. 
Ma le parole, anche se hanno un significato generale, hanno anche un significato personale, legato all'emotività ed all'esperienza della persona. E questa è la differenza tra un'induzione (cioè l'insieme delle parole che inducono la trance) preconfezionata, come quella di un libro o di una traccia audio, ed una costruita sul momento, sulla base di ciò che succede nel "qui e ora" di una seduta di persona.

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martedì 5 marzo 2013

Ipnosi Regressiva: Brian Weiss a Roma

Brian Weiss è attualmente il più grande rappresentante dell'Ipnosi Regressiva a livello mondiale. Per chi vuole fare l'esperienza di assistere ad un suo workshop c'è lìopportunità a Roma nel fine settimana del 19 Maggio 2013.

Ognuno è libero di credere quel che vuole. La posizione del sottoscritto a riguardo è che alcune persone, in stato di trance, rievocano delle costruzioni mentali riferibili ad una personalità diversa e ad una esperienza di vita diversa.

Personalmente non so se siano ricordi, fantasie o immaginazione, (formula ripresa da un'induzione dal geniale Dr. Brian Weiss) ma so che comunque sono prodotte dalla persona che, attraverso l'ipnosi, raggiunge lo stato di trance; so anche che questa esperienza porta a molti giovamento nell'affrontare le proprie difficoltà e nel risolvere conflitti interiori.
So anche che, come tutte le esperienze ipnotiche, è necessario valutare se è il caso o meno di far fare l'esperienza alla persona, e so anche che delle volte è necessario e doveroso dire "no", anche se questo vuol dire deludere le aspettative della persona. Ma so anche che il "no" può essere riferito al "qui e ora" e che se c'è un'adeguata preparazione, può essere un'espereinza da fare un domani.

L'importante è essere consapevoli che i contenuti sono generati dalla persona in trance, e che l'ipnotista deve essere bravo a creare il luogo sicuro in cui la persona in trance può, liberamente, esternare i propri contenuti. Per usare una metafora teatrale, l'ipnotista si occupa del teatro e del palcoscenico, ma l'allestimento dell'opera e gli attori sono compito del soggetto ipnotizzato! ;)

giovedì 14 febbraio 2013

Empatia e neuroni specchio

I neuroni specchio rappresentano una scoperta molto importante per capire meglio il comportamento umano e per spiegare cosa succede nel cervello quando ci troviamo in situazioni sociali. I neuroni specchio sono strettamente legati all'empatia, che è la capacità di essere vicino ad un'altra persona e di provare e condividere un'emozione simile.

I neuroni specchio spiegano anche perchè per la maggior parte delle persone è più efficace imparare da un proprio simile (sia dal vivo che attraverso un filmato), piuttosto che leggere un libro. Vedere l'altro eseguire un comportamento attiva le stesse aree del cervello.

Su youtube c'è questo video del Prof. Giacomo Rizzolatti (il coordinatore del gruppo di ricerca che ha fatto la scoperta), in cui spiega in modo chiaro e comprensibile la relazione tra neuroni specchio ed empatia, fino ad arrivare ad alcune spiegazioni sull'autismo.

Il video dura quasi un'ora, ma è fluido e sufficientemente comprensibile, considerando la complessità dell'argomento. Buona visione.

       

martedì 12 febbraio 2013

L'elaborazione del lutto nel mondo del Web 3.0


Alcuni giorni fa ho saputo della morte di una collega che avevo conosciuto in una Mailing List per psicologi. Dalla Mailing List era nata una buona amicizia virtuale, basata sopratutto sullo scambio professionale. Dalla ML siamo passati a Facebook e poi a MedicItalia. Scambi di idee, mie richieste di aiuto e delucidazioni, poichè riconoscevo nella collega una professionalità ed un'esperienza diversa dalla mia, e sapevo che avevo molto da imparare da lei.
Purtroppo la collega non stava bene in salute e sapeva di avere poco tempo a disposizione; sapeva che non poteva guarire e sapeva anche non l'aspettava una "bella morte". Era una donna forte, ma molto riservata e combattiva, abituata a fare a sola. Sapeva chiedere aiuto, ma non chiedeva troppo, ed anzi, se poteva, distribuiva i compiti, per non gravare troppo. Era difficile sapere quanto la disponibilità ad aiutarla sarebbe stata percepita come invasione o deleggittimazione della sua autonomia.
Poi, il 16 gennaio scorso, è deceduta nella privacy della sua casa, da sola, o forse, in autonomia, come aveva vissuto gli ultimi anni difficili della sua vita.
I conoscenti virtuali hanno avuto la conferma della sua morte solo il 6 febbraio, dato che aveva lasciato istruzioni su chi avvisare, e di conseguenza si è sparsa la voce.

Ritengo questa premessa necessaria per spiegare il titolo del post e del perchè di questa riflessione. In certo senso questo post ed anche l'articolo su MedicItalia sono una forma personale di elaborazione del lutto ai nostri giorni.

La notizia si è diffusa e in un paio di giorni molti dei participanti ad entrambe le comunità virtuali hanno scritto commentati, ricordi, riflessioni o espressioni emotive di rammarico e dispiacere. Ognuno a modo suo ha espresso la propria reazione alla notizia della perdita. 
Nella Mailing List di psicologi si è venuto a sapere di un'altra collega che era improvvisamente deceduta. E quindi c'è stata una doppia perdita ed una doppia commemorazione.

Nel mondo del Web 3.0 dove è possibile stabilire relazioni virtuali signficative, ecco che trova posto anche la morte virtuale e l'elaborazione del lutto virtuale.

Il Web 3.0 offre una modalità in più di comunicazione e di relazione. In fin dei conti le reazioni sono simili a quelle che si possono sperimentare in un funerale nella vita reale. L'emozione viene trasmessa dalle parole e dalla scelta degli aggettivi.

Chi ha una cultura digitale, elabora il lutto anche attraverso i rituali e le modalità offerte da questa cultura.



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Il post su MedicItalia (->)

martedì 26 giugno 2012

Vuoi provare la droga?

Interessante sito del dipartimento della salute di Oslo sugli effetti della droga.

Il sito è in inglese. In base al tipo di droga che si sta provando si ha una simulazione sullo schermo degli effetti sulla percezione e su come viene alterato il comportamento, attraverso l'alterazione della lettura di un testo e della difficoltà di muovere il mouse come vorremmo!

Bisogna autorizzare il sito ad aprire dei pop-up.

Gli effetti delle droghe simulati sullo schermo sono stati confermati dai tossicodipendenti in cura presso i servizi di Oslo.




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Quando non si esce dalla trance

Da una parte mi piacerebbe pensare a questa storia come ad una originale trovata pubblicitaria di Richard Whitbread, ipnotista canadese e formatore di ipnotizzatori.


Il 20 giugno un suo alunno di nome Maxime Nadeau durante uno spettacolo d'ipnosi in una scuola del Quebec, in Canada, non riesce a svegliare dalla trance le giovani ragazze. Nadau chiama Withbread, e solo l'arrivo del salvifico maestro (?!?) riesce a risolvere la complicata situazione.

Le ragazze non hanno risentito delle 5 ore di trance, e tutto si è risolto bene...

Da un sito inglese si legge che Nadau ha 20 anni, e che quindi sarebbe un ipnotista in formazione, e che sarebbero 5 le ragazze rimaste nella trance profonda, e che queste ragazze erano nel pubblico, e non tra le volontarie che si erano offerte per lo spettacolo.

Mettiamo che sia tutto vero, e che effettivamente i fatti siano effettivamente questi.

  • Non basta un corso per definirsi ipnotisti. In effetti la difficoltà dell'ipnosi non è nel mandare in trance una persona, operazione abbastanza facile, ma cosa fare quando la persona è in trance. Il giovane ipnotista infatti non ha avuto difficoltà a far sperimentare una trance profonda alle giovani studentesse, ma non ha saputo rievocare lo stato di veglia.
  • Dalla trance si può sempre uscire. Non c'è trance tanto profonda che non possa essere interrotta o che non possa terminare. Questo riflette una della paure più frequenti che vengono manifestate dalle persone che sono curiose riguardo l'ipnosi. Molti hanno bisogno di essere rassicurati sulla reversibilità dello stato di trance.
  • Dalla trance si può sempre uscire #2. Un altro simpatico aspetto di questa vicenda è che a far uscire dalla trance, indotta da Nadau, è stato un altro ipnotista, cioè Withbread. Quindi, si deduce che non c'è questo controllo esclusivo della mente da parte dell'ipnotista, dato che un altro ipnotista può cambiare "le suggestioni" impartite da un altro. La mente mantiene comunque un controllo, e tale controllo può andare oltre le aspettative dell'ipnotista. La mente, anche se in stato di trance, è pur sempre in "ascolto".
 Quindi, in sintesi, è importante scegliere bene con chi fare l'esperienza l'ipnotica.


Link a Tgcom24 - Canada, spettacolo di ipnosi fuori controllo Ragazzine restano in trance per quasi 5 ore - Mondo - Tgcom24
Articolo in inglese da I've got the news

domenica 3 giugno 2012

Ipnosi: istruzioni per l'uso

Chi può fare ipnosi? In teoria tutti, essendo l'ipnosi una particolare forma di comunicazione che utilizza principalmente il linguaggio per ottenere l'effetto della trance. Ci sono anche tecniche ipnotiche che non sono linguistiche, ma sono più complesse, e sicuramente il linguaggio rappresenta la più "facile" ed accessibile. Poi, se consideriamo l'autoipnosi, allora il problema non si pone!

Uno dei punti più controversi riguardanti l'ipnosi è se questo sia uno strumento esclusivo degli psicologi e dei medici e se altre professioni o altri esperti possano o meno utilizzare l'ipnosi.

L'ipnosi, in quanto strumento linguistico, è utilizzabile da tante categorie di persone e professionisti, per cui non è l'ipnosi ad essere di esclusiva pertinenza degli psicologi o del personale sanitario, ma è l'uso clinico della stessa ed il fine terapeutico. Niente da obiettare sull'ipnosi da palcoscenico, o sull'uso dell'ipnosi come amplificatore e facilitatore di altre funzioni mentali, quali la motivazione, l'apprendimento e l'addestramento a compiti e situazioni. E non avrebbe senso neanche insegnare l'autoipnosi, se non fosse praticabile da tutti.

L'APA (American Psychological Association) spiega sul proprio sito che l'ipnosi di per sè non è terapeutica e che esiste anche l'ipnosi non clinica, ma l'uso clinico dell'ipnosi deve essere svolto da personale preparato e qualificato.

Il perchè dell'uso clinico riservato a categorie preparate professionalmente è ovvio, ma allo stesso tempo, forse è il caso anche di riflettere se questa tecnica possa essere periolcosa e provocare danni, se impropriamente usata. 
Per rispondere a questa domanda dobbiamo conoscere bene i meccanismi dell'ipnosi e perchè funziona. Le principali teorie che spiegano i fenomeni ipnotici sono: quella psicodinamica, quella dissociativa, quella sociale e quella cognitiva. Ogni teoria elabora una spiegazione sulla base degli elementi considerati. 

Quel che è certo, è che l'ipnosi è un'esperienza, ed ogni esperienza ha il suo valore, sulla base del significato che viene attribuito. 

Una frase che si legge spesso è che tutti possono essere ipnotizzati, ed in effetti concordo: magari non tutti avranno le stesse manifestazioni della fenomenologia ipnotica, ma qualcosa proveranno. 

Il punto è se tutti debbano essere ipnotizzati! 

Per entrare in una metafora chirrugica, possiamo dire che tutti sono operabili, ma che non è necessario operare tutti.

Già il fatto che per applicare la tecnica ipnotica è necessaria l'attenzione del soggetto da ipnotizzare, inizia a porre dei limiti alla tecnica: se il soggetto non collabora e non presta un minimo di attenzione, allora è molto difficile ed altamente improbabile che si faccia impnotizzare.
 

Sicuramente in persone con un buon equilibrio mentale, l'ipnosi aiuta, e quindi è potenzialmente poco pericolosa. Se l'inconscio è sano, ed equilibrato, allora collabora nell'esperienza e svolge la sua funzione di protezione e difesa. 

Ma se la persona è instabile emotivamente, allora bisogna valutare attentamente se sottoporrla ad ipnosi: l'esperienza della trance deve essere utile ed aiutare la persona. Inoltre, la tecnica ipnotica può amplificare o depontenziare ciò che già c'è nella persona, sia emozioni negative che positive. Forse è proprio qui la pericolosità dell'ipnosi, o meglio, dell'ipnotista inesperto: se apre una porta che non sa richiudere? La preparazione dell'ipnotista non è solo nella tecnica, ma nel saper gestire le difficoltà.

Quel che è certo, è che dopo le prime sedute di ipnosi è importante parlare con la persona e chiederle come è stata l'esperienza della trance, ed aiutarla ad elaborare un significato costruttivo ed a chiarire dubbi e fornire informazioni e spiegazioni.

Per essere più chiari, ricordiamoci che l'ipnosi si basa principalmente sul linguaggio. Il linguaggio può essere pericoloso? Si!
Usare le parole sbagliate può creare enormi problemi nei rapporti tra le persone, ed allo stesso modo anche nell'incoscio. Attraverso le parole si evocano immagini, si suscitano emozioni, si creano mondi fantastici. Le parole suscitano pensieri ed evocano immagini e creano associazioni, sia spiacevoli, che piacevoli.


Se l'ipnosi verbale non facesse danni in assoluto, allora neanche la parola dovrebbe farne, eppure tutti noi sappiamo che esistono parole che feriscono. Io posso esprimere un concetto, ed a seconda delle parole e della situazione posso suscitare delle reazioni e delle emozioni. "Apri quella finestra", "Ti ordino di aprire la finestra" e "Scusi, potrebbe gentimente aprire la finestra" oppure "Certo che caldo che fa! Se la finestra fosse aperta..." sono tutte "parole" che hanno come abiettivo che qualcuno apra una finestra.


Un altro esempio sulla necessità di fare attenzione a chi ci si rivolge, e per cosa: mi sembra anche che tutti usino i coltelli nella propria esperienza quotidiana, eppure questo non fa automaticamente di noi dei chirurghi solo perchè si è abili a tagliare con il coltello.

Un piccolo racconto di un esperienza personale. In una delle prime esercitazioni, quando stavo imparando l'ipnosi, dovevamo lavorare a gruppi di tre scambiandoci i ruoi tra ipnotista, ipntozzatore ed osservatore. Quando facevo l'ipnotizzato, l'ipnotizzatore, dovendo indurmi una sensazione di rilassamento, usò l'infelice espressione "... e sei rilassato, completamente rilassato, come un cadavere". La piacevole sensazione si trasformò in un incubo, e il risveglio fu caratterizzato da un forte mal di testa... Intervenne il professore a rimediare l'innocente errore.

Nell'inconscio c'è molto, ma non l'abilitazione professionale, che viene data dagli appositi organi competenti! ;)


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lunedì 14 maggio 2012

Calendario MIP Maggio - Eventi psicologici gratuiti ISERNIA


MIP 2012, Maggio di Informazione Psicologica a Isernia

Prosegue con successo la 5ª edizione del MIP, la campagna nazionale di prevenzione psicologica organizzata, ogni anno, da Psycommunity: www.psicologimip.it .
Già molte migliaia le persone che hanno partecipato agli appuntamenti in programma e ai colloqui messi a disposizione gratuitamente dagli oltre 1000 Psicologi MIP.
Ancora centinaia gli eventi ai quali è possibile prenotarsi con un clic, durante la seconda metà di Maggio, ed il 19 Maggio si terrà l’evento organizzato ad Isernia dal titolo “IPNOSI TRA MAGIA E SCIENZA”
Per la prenotazione on-line http://www.psicologimip.it/isernia/