mercoledì 15 dicembre 2010

Ipnotica*mente Isernia

rotatoria sulla Statale 17 a Isernia Nord
Il gioco d'acqua della fontana accompagnato da suggestivi cambi di luce colorata crea un piacevole effetto rilassante e ipnotico.

Lasciare la mente vagare, mentre con lo sguardo si seguono i giochi di acqua e di luce, crea una sensazione piacevole e rilassante.

La fontana della rotatoria sulla strada statale 17 a Isernia Nord, davanti al centro commerciale In Piazza mi fa questo effetto...

Concentrarsi e fissare l'attenzione sui getti d'acqua che crescono, diminuiscono, diventano alti e nuovamente bassi, mentre le luci cambiano... 
Ed ogni colore evoca un'emozione diversa...

E tutto avviene, spontaneamente, naturalmente, con la sola condizione di lasciarsi andare e lasciare la mente libera di vagare...

E questo succede anche durante una seduta di ipnosi. La mente è libera di funzionare ad un livello diverso dal normale livello di coscienza, grazie al fatto che l'attenzione e focalizzata e concentrata dentro di sè stessi. In questo stato la mente opera ad un livello diverso e la percezione è diversa.

Giochi di luci colorate
Così come ogni colore della fontana evoca un emozione ed una sensazione diversa, spontaneamente, allo stesso modo la mente, durante lo stato di trance, lavora spontaneamente e naturalmente.

I ricordi hanno un effetto diverso così come le sensazioni e quel che è sorprendente è come la mente, lavorando in un diverso stato di coscienza, riesca ad accedere a risorse ed a sensazioni che in qualche modo aiutano a trovare una soluzione o una spiegazione che non affiorava nel normale stato di coscienza.

E mentre proseguono i giochi d'acqua, prosegue il vagare della mente...

giovedì 25 novembre 2010

Convegno: “La psicotraumatologia oncologica”

Interessante convegno incentrato principalmente sulla tecnica dell'EMDR e sulla presentazione della Dott.ssa Liuva Capezzani riguardante sulla prima ricerca mondiale scientifica che viene svolta, proprio in Italia, su questa tecnica. L'obiettivo della ricerca è valutare se e quali effetti produce l'applicazione della tecnica dell'EMDR in pazienti oncologici che presentano i disturbi legati allo stress post-traumatico. 
I risultati scientifici ottenuti rappresentano un traguardo molto importante poichè, come ha ricordato il  Dott. Roger M. Solomon, la tecnica dell'EMDR è una tecnica "evidence based", cioè supportata dai risultati ottenuti, ma il cui meccanismo d'azione e la base teorica non sono ancora certi. 
Il Dott. Roger M. Solomon è uno dei più importanti formatori internazionali dell'Istituto EMDR. Il suo intervento è stato molto semplice dal punto di vista teorico, ma di enorme valore formativo perchè ha presentato dei video di sedute in cui la tecnica dell'EMDR viene utilizzata per l'elaborazione del lutto 
L'importanza della ricerca italiana è proprio legata al fatto che finalmente è iniziata una raccolta dati sugli effetti dell'attivazione delle aree cerebrali coinvolte prima e dopo l'applicazione della tecnica. L'intervento del Dott. Marco Pagani ha appunto illustrato i nuovi ed importanti elementi neurobiologici e fisiopatologici dell’EMDR. 

Personalmente ho trovato molto interessante l'intervento del Dott. Mario Valle. Un chirurgo che ha deciso di mettersi in gioco in prima persona e di andare ad esplorare aspetti traumatizzanti e difficoltà psicologiche della relazione paziente chirurgico e chirurgo. Un bell'intervento sentito e frutto della propria esperienza, molto realistico ed onesto che non ha mancato di evidenziare anche i difetti e le situazioni in cui il chirurgo manca di empatia nei confronti del paziente.  Molto simpatica la citazione del Dr. House "preferisce un medico che le tiene la mano mentre muore o uno che la ignora mentre la guarisce?". Però la difficoltà del chirurgo è proprio quella di riuscire ad essere "empatico e simpatico" in modo professionale, senza perdere quella necessaria capacità logica e di distacco per poter prendere decisioni difficili, ma fondamentali per la salute e per la qualità della vita del paziente.
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Home page evento (*)

venerdì 19 novembre 2010

Lo psicologo può vedere pazienti?

 La legge sembrerebbe dire di no...
  
Questa vicenda della facoltà di Psicologia inglobata in Medicina a Roma La Sapienza mi ha stimolato ad andare a rileggere la legge.

Lo stimolo alla ricerca nasce dal fatto che in un post nel blog del collega Nicola Piccinini (link in fondo) io mi definisco *Psicologo psicoterapeuta* mentre la collega Luana De Vita si definisce *Psicologa e Psicoterapeuta*; siccome le parole sono il pane nostro quotidiano quella *e* e quella *P* maiuscola mi hanno fatto riflettere.
Mentre nella mia definizione psicoterapeuta è aggettivo di Psicologo, nella definizione della collega Luana è sostantivo, soggetto...

Visto che le parole riflettono il pensiero, allora sono andato a curiosare per vedere cosa scoprivo
Anche la legge, o meglio il legislatore è stato attento alle parole che ha usato.
L'art. 1 della 56/89 recita:
 
1. Definizione della professione di psicologo.
1. La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.

Qui si parla di "persona" e non viene accennata minimamente la clinica né la psicopatologia.

L'art. 3 riguarda l'esercizio dell'attività psicoterapeutica.
2. Agli psicoterapeuti non medici è vietato ogni intervento di competenza esclusiva della professione medica.
3. Previo consenso del paziente, lo psicoterapeuta e il medico curante sono tenuti alla reciproca informazione.

Il comma 2 è interessante. Medico o Psicologo sembrerebbero essere aggettivi di Psicoterapeuta, per cui Psicoterpeuta è professione a se stante e non solo attività.
Il comma 3 chiarisce tante cose. Lo psicoterapeuta si rivolge ai pazienti, quindi se sei cliente di uno psicoterapeuta, sei paziente. Ovviamente se c'è una condizione patologica, altrimenti non si è pazienti.


Ma c'è differenza tra l'essere clienti e l'essere pazienti? Sicuramente una differenza definita per legge è legata al fatto che il terzo comma obbliga lo psicoterapeuta (sia esso medico o psicologo!!!) alla reciproca informazione con il medico curante, previo consenso del paziente.

Questo dettaglio "sull'essere tenuti" implica anche che in assenza consenso del paziente a contattare il medico curante, lo psicoterapeuta non può operare con quel paziente, poiché viene meno un obbligo dello psicoterapeuta e quindi non è possibile prendere in carico quel paziente.

Link a cui si fa riferimento in questo post:

(blog piccinini)
(Legge 56/89 - file pdf)